Storie di Pow(H)er Generation
Storie di Pow(H)er Generation con Joiupp
Nome e Cognome | Roberta Ferretti
Ruolo | Founder
Nome startup | Joiupp
Settore | social network
Anno di lancio | 2021
Per la rubrica Storie di Pow(H)er Generation,
oggi intervistiamo la founder di Joiupp S.r.l
Di cosa si occupa e qual è il punto di forza di Joiupp S.r.l?
Joiupp non è una app d’incontri come le altre, il suo obiettivo dichiarato è quello di far incontrare persone che hanno voglia di uscire, passare del tempo in compagnia e confrontarsi su passioni comuni. Il funzionamento è molto intuitivo: scarichi la app, ti profili scegliendo i tuoi interessi e quando hai voglia di uscire ti basta selezionare il locale desiderato per incontrare altri Joiuppers. Ho riposto molta attenzione alla privacy di ogni utente e quindi, quello che verrà mostrato agli altri sarà solo una foto profilo, il nome, l’età e gli interessi. L’applicazione ti geolocalizza e ti mostra quelli che sono i locali intorno a te con all’interno già degli altri utenti. Si vedrà un puntatore con all’interno un numero e quel numero è esattamente il numero di persone già presenti in quel locale. Per comunicare a tutti il tuo arrivo basta scegliere l’orario di arrivo, fare lo swipe e da quel momento tutti sapranno che stai arrivando. Si attiva una chat per facilitarti la comunicazione con le persone che come te hanno fatto il check in. Se invece vuoi scegliere il locale per farti raggiungere basta cliccare sul puntatore nella stringa in basso e digitare il nome del locale scelto. All’interno dell’app non si possono ricercare gli utenti ma si può stringere una sorta di amicizia, ovviamente solo con gli utenti effettivamente incontrati a cui si è dato un feedback positivo. Questo match avviene solo se entrambi hanno messo questa sorta di like. Da quel momento in poi entrambi riceveranno una notifica ogni volta in cui si farà il check-in in un locale. Importante però è sapere che nessuno riceverà notifiche in caso di feedback negativo. Per tutelare gli utenti è stata inserita la funzione blocca o segnala. Blocca ti permette di bloccare un utente che magari non ti è semplicemente simpatico. Da quel momento quella persona non ti vedrà più all’interno della mappa e quindi i locali che frequenti, ma tu invece continuerai a vedere lui con un simbolo rosso che ti ricorda che quella persona l’hai bloccata. Se per caso questa utente sta arrivando nel locale in cui sei, Joiupp ti invia un alert nel quale ti viene detto di fare attenzione perché sta arrivando al tuo locale. Scelta tua rimanere nel locale o spostarti. La funzione invece segnala, permette di segnalare tramite un form un comportamento che, secondo te, un utente ha avuto non corretto, come per esempio apprezzamenti non graditi, violenza verbale, violenza fisica. Il giorno successivo il team di Joiupp ti contatterà per capire meglio la gravità della cosa ed eventualmente prendere provvedimenti verso l’utente segnalato.
Com’è nata l’idea?
L’idea è nata poco prima del primo lockdown. Quel giorno uscendo dal lavoro non volevo tornare a casa e mi avrebbe fatto piacere fermarmi fuori a bere un anche solo un bicchiere di vino. Ho sentito le mie amiche ma nessuna era disponibile. In diverse mi hanno detto che se ci fossimo organizzate prima ci sarebbero state ma che purtroppo, avvertite all’ultimo momento, avevano già un impegno. Viceversa, anche loro quando mi hanno proposto di vederci la stessa sera io non ero mai disponibile. Questo mi ha fatto pensare che c’era un “problema” comune a tutti; il non avere uno strumento che permettesse di organizzarsi anche all’ultimo momento. E’ così, a Milano se non ci si organizza con largo anticipo, la stessa sera non si trova nessuno.
Da qui nasce Joiupp. L’applicazione è negli store da metà giugno e conta già più di 1300 utenti
Hai vissuto delle difficoltà nel reperire finanziamenti?
Si, molteplici. L’applicazione è stata finanziata soprattutto da friends & family. Successivamente una parte è stata finanziata dalla società di marketing che segue Joiupp, che ha creduto nel progetto ed è voluta diventare socia. Purtroppo, la startup innovativa che ho costituito e quindi tutto il progetto è nata in un momento un po’ particolare per tutti per via del Covid. Dato che è un progetto rivolto soprattutto alla ristorazione e agli incontri, molti investitori sono stati scettici sull’ investire in questo progetto ed è stata la ragione per cui non sono riuscita a reperire finanziamenti esterni. Il progetto piace ma la risposta che mi è sempre stata data è che, per il periodo in cui siamo, non se la sono sentiti di investire. Ha partecipato anche a dei bandi e sto aspettando delle risposte.
Che consiglio daresti ad un aspirante imprenditrice che vorrebbe avviare un business?
Un consiglio che posso dare agli startupper come me, per quanto la mia esperienza sia ancora breve, di credere fortemente nel proprio progetto e che anche di fronte alle difficoltà devono resistere e andare avanti.
Saranno molte le difficoltà in cui andranno incontro, persone che non capiscono il progetto o che non lo condividono, saranno anche molte le persone che non sono riuscite a realizzarne uno proprio per errori fatti, e che utilizzeranno il loro tempo per cercare di abbatterti perché secondo loro se non ce l’hanno fatta, non ce la farai neanche tu. Di cogliere tutte quelle possibilità per farsi conoscere meglio e per avere visibilità anche perché non si sa mai, da un incontro inaspettato potrebbe nascere una bella collaborazione. Ma fondamentale è trasmettere la passione per il proprio progetto e di lottare per realizzarlo.
Giovani e imprenditorialità – Hai mai avuto una mentor che ti ha guidata/ispirata nel tuo cammino imprenditoriale?
Ho incontrato diverse difficoltà nel sviluppare la mia startup legate al fatto che non ho mai fatto imprenditoria e quindi mi sono dovuto cimentare in in tutto; dalla ricerca dei contatti alla ricerca del commercialista, del legale, della società di marketing, allo sviluppatore. Il dover scegliere chi potesse far parte del mio progetto non è stato semplice. L‘essere catapultata in una realtà di cui io non ho mai fatto parte non è stato facile e mi avrebbe sicuramente aiutato avere un mentor, una persona di riferimento che però purtroppo ad oggi non ho trovato. Ho imparato tantissimo e continuo ad imparare. Ho letto molti libri e ho cercato di farmi una cultura generale su tutte queste tematiche a me sconosciute. In questo momento non ho neanche un co–founder e credo che la difficoltà più grossa nella quale mi sia imbattuta e mi imbatta tutti i giorni è quella di non avere un confronto anche nel prendere decisioni importanti, con una persona che creda allo stesso mio modo in questo progetto. Ci sono stati diversi momenti di sconforto, di paura, di gioia e tutti questi momenti li ho vissuti da sola. Un mentor credo mi faciliterebbe il percorso e mi servirebbe anche come fonte di ispirazione.
Come è stato riceve il primo “no”? Che sensazioni hai provato?
Il primo no ricevuto è stato emotivamente molto provante. In quel momento la mente ha viaggiato alla velocità della luce e mi ha fatto balenare l’idea di riconsiderare il progetto. Mi chiesi cosa avessi sbagliato, cosa potevo fare, se era il caso di proseguire con il mio progetto. Il primo no mi ha fatto cadere la terra sotto i piedi. Forse questo perché nella mia richiesta avevo riposto fiducia, ero cosi sicura della mia idea che mi sembrava impossibile che venisse rifiutata.
Quale è stato il momento di soddisfazione più grande che hai vissuto nel contesto della tua avventura imprenditoriale?
Il momento di soddisfazione più grande è stato sicuramente quando ho visto la mia app pubblicata negli store. In quel momento ricordo di avere avuto il cuore a mille e di essermi commossa. Anche se non è stato facile portare avanti il mio progetto, quell’istante ha ripagato tutti i momenti difficili.
Grazie a Roberta per aver condiviso la sua storia di empowerment,
con l’augurio che possa essere d’ispirazione per le Founder di domani!
Per maggiori informazioni sull’iniziativa Pow(H)er Generation ti invitiamo a scoprire di più sul sito ufficiale di Cariplo Factory.