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ESG: l’impatto della sostenibilità sul futuro delle aziende
Ripensare i modelli di sviluppo in una logica sostenibile è diventato, oggi, un dovere collettivo che riguarda gli individui, le comunità e le aziende stesse. Lo stesso Recovery Fund, piano di rilancio economico dei Paesi Membri dell’Unione Europea, prevede un importante stanziamento di fondi per lo sviluppo in chiave sostenibile dell’Unione attraverso programmi per la transizione ecologica, lo sviluppo di infrastrutture per la green economy e l’inclusione sociale.
In questo contesto, in rapida evoluzione e trasformazione, le aziende sono chiamate a fornire il proprio contributo nella costruzione di un percorso indirizzato verso la sostenibilità, a partire dalla condivisione di obiettivi, valori e criteri comuni di misurazione.
ESG: qual è l’origine dell’acronimo che ha cambiato il mondo
Oggi Head of Sustainable & Impact Advisory presso Credit Suisse, James Gifford è riconosciuto internazionalmente come l’autore dell’acronimo ESG nei primi anni Duemila. Studente di economia presso la University of Sydney e convinto ecologista, nel 2003 si era candidato per uno stage non retribuito presso l’Environment Programme Finance Initiative che le Nazioni Unite avevano da poco creato nella sede di Ginevra.
Giovanissimo, entusiasta, appassionato, Gifford fu assunto al termine dello stage e insieme al suo gruppo di lavoro contribuì in misura determinante a scrivere una pagina nuova della storia della finanza: dalla creazione dell’acronimo “ESG” fino all’impegno per la definizione dei principi di investimento responsabile, che hanno incentivato un numero crescente di investitori a selezionare e privilegiare gli investimenti in imprese sostenibili.
Environmental, Social, Governance: tre parole chiave per misurare la sostenibilità delle aziende
I criteri ESG sono, infatti, uno strumento per la misurazione del livello di sostenibilità di un’azienda, sempre più utilizzato per stabilire l’impegno e la capacità delle imprese di diventare “sostenibili” in termini di impatto ambientale, sociale e di governance.
Nello specifico, ESG è l’acronimo di:
– Environmental Il primo parametro misura l’impatto delle aziende sull’ambiente e il territorio come, ad esempio, l’utilizzo delle risorse naturali, le modalità di raccolta dei rifiuti e l’impegno nella lotta ai cambiamenti climatici.
– Social Il secondo parametro riguarda l’impatto delle aziende nei confronti della società. Tra gli aspetti da tenere in considerazione rientrano, ad esempio, le iniziative orientate al benessere sociale, all’inclusione e al rispetto dei diritti dei dipendenti.
– Governance Il terzo parametro serve a misurare il livello di responsabilità sociale delle politiche attuate dalla dirigenza: dall’impegno in attività di contrasto alla corruzione alla promozione di un’adeguata etica del lavoro e di retribuzione.
Per comunicare in maniera trasparente il proprio impegno e i risultati raggiunti in termini di sostenibilità le imprese europee possono redigere, in forma obbligatoria o volontaria a
seconda delle proprie dimensioni, un apposito “bilancio di sostenibilità”. Uno strumento, quest’ultimo, utile anche per attrarre potenziali investitori, come vedremo tra poco.
ESG: i vantaggi per il business e per l’accesso al credito
L’impegno nel rispetto dei criteri ESG rappresenta da sempre un forte incentivo rivolto ai consumatori per acquistare i prodotti e usufruire dei servizi delle aziende che hanno incluso la sostenibilità all’interno del proprio modello di business. Secondo GFK Sustainability, il 59% degli italiani pretende un comportamento sempre più responsabile in termini di impatto ambientale dai brand e il 34% si dichiara disposto a cambiare le proprie abitudini di acquisto per mitigare le conseguenze su clima e ambiente.
Secondo l’indagine “PMI italiane e rendicontazione di sostenibilità”, condotta dal Forum per la Finanza Sostenibile in collaborazione con ALTIS – Alta Scuola Impresa e Società dell’Università Cattolica del Sacro Cuore su un campione di 105 aziende, è emerso inoltre che le PMI impegnate nel perseguimento di strategie di sostenibilità opportunamente rendicontate hanno ottenuto riscontri positivi in termini di accesso a nuove linee di credito (+15%) e miglioramento dei processi di pianificazione (+8,3%), rispetto alle aziende meno attente a questi aspetti.
Dalla coerenza al pericolo greenwashing: i rischi da tenere in considerazione
Introdurre un cambiamento misurabile secondo i criteri ESG – seguendo l’esempio di aziende, istituzioni, startup e PMI leader nella sostenibilità, come quelle individuate dall’annuale ricerca di Statista e Sole 24 Ore – rappresenta quindi una scelta importante nel corso della vita di un’impresa, ma non del tutto priva di rischi. La transizione verso nuovi modelli produttivi e organizzativi è un processo da non sottovalutare, che richiede importanti riflessioni prima di essere avviato: dalla capacità dei dipendenti e dei manager di accogliere il cambiamento alla coerenza con l’identità aziendale e di prodotto, è importante affrontare questo momento di passaggio servendosi di una strategia definita e del supporto di una comunicazione efficace.
Non va dimenticato, in questo contesto, come l’Unione Europea sia impegnata in prima linea nel disciplinare criteri e modalità di rendicontazione dell’effettiva aderenza delle aziende ai criteri di sostenibilità. Tra gli obiettivi di questo sforzo comune, che ha portato a un accordo preliminare tra Parlamento e Consiglio Europeo sulla Corporate Sustainability Reporting Directive, vi è quello di aumentare trasparenza e comparabilità dei dati e arginare il fenomeno del cosidetto “greenwashing”. A questo proposito, è utile qui ricordare come il ricorso a una comunicazione ingannevole da parte delle imprese su tematiche ambientali (e non solo) possa avere conseguenze negative dal punto di vista reputazionale, commerciale e finanziario, come dimostrato da una ricerca apparsa su Harvard Business Review.
Un dovere nei confronti della società e dell’ambiente
In conclusione, le diverse crisi a cui stiamo assistendo, dal riscaldamento globale all’aumento dei costi delle materie prime, dalla disoccupazione e impoverimento di ampi strati della società all’esclusione di giovani e donne dal mondo del lavoro, hanno bisogno di azioni concrete per essere affrontate e risolte, e di metodi di misurazione oggettivi per valutare l’efficacia di queste ultime. Ancor prima che un gesto volontario, il rispetto dei criteri ESG è oggi un dovere morale nei confronti dell’ambiente e della società.
Sustainability Waves
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