Corporate innovation: il ruolo del venture building nel valorizzare gli asset aziendali

corporate innovation e venture building

Di fronte all’affermarsi di nuovi prodotti e servizi la maggior parte delle imprese tende a seguire il medesimo approccio: dopo una prima fase in cui vengono portati avanti progetti di innovazione finalizzati per lo più a sperimentare e prendere confidenza con le dinamiche del cambiamento, cavalcando il trend “del momento” ma senza alcun impatto né sul modello di business né sulla cultura aziendale, in una seconda fase subentra la consapevolezza di doversi adeguare al cambiamento in atto e mobilitare persone, capitali e partner specializzati al fine di rispondere alle sfide provenienti dal mercato.

 

Venture bulding: dalla valorizzazione degli asset interni alla scelta delle figure chiave

Se è vero che l’innovazione nata all’interno delle corporate genera raramente un interesse da parte del pubblico e dei media – come invece avviene per le storie di startup più “visionarie” – nondimeno l’impatto economico, culturale e sociale dei cambiamenti prodotti dalle grandi aziende tende a essere molto più profondo e duraturo. Il venture building, in particolare, si sta affermando come uno dei metodi più efficaci per valorizzare gli asset interni alle corporate e creare nuovi progetti allineati con le necessità del momento, senza dover ricorrere all’acquisizione di startup o soluzioni provenienti dall’esterno.

In questo contesto, il coinvolgimento dell’amministratore delegato e dei responsabili dell’innovazione e della strategia aziendale è fondamentale affinché il cambiamento avvenga realmente e in tempi brevi, oltrepassando gli ostacoli invisibili che spesso determinano il fallimento dei processi di innovazione più ambiziosi: dalla gerarchia multilivello e iperstrutturata alla difesa strenua dello status quo . Workshop, ambassador, team dedicati, call for ideas ed eventi di impatto sono, in questo senso, alcuni degli strumenti più idonei per mettere in moto il processo di valorizzazione degli asset esistenti, siano essi materiali o immateriali.

 

Un esempio concreto di venture building applicato al settore delle risorse umane

Un esempio paradigmatico del passaggio dalla fase di valutazione a quella di “messa a terra” dell’innovazione proviene dal mondo delle risorse umane e, nello specifico, da un progetto che Cariplo Factory ha realizzato per un importante player di questo settore. L’azienda, specializzata nella ricerca e selezione del personale, si è trovata nella condizione di dover competere con startup disposte a offrire il medesimo servizio a costi estremamente più contenuti e attraverso i canali digitali: più che una competizione, una vera e propria sfida esistenziale da affrontare con tutte le risorse disponibili.

La metodologia del venture building applicata dal nostro team ha permesso al cliente di digitalizzare completamente il canale di contatto tra lavoratori e datori di lavoro, a partire da un modello simile a quello utilizzato da Airbnb dal punto di vista dell’efficienza, velocità e semplicità d’uso. Meno banale è descrivere in che modo la proposta sia giunta a maturazione attraverso un processo di messa in discussione della cultura aziendale (allora fortemente legata alla dimensione del contatto fisico tra candidati e selezionatori), di mappatura, selezione e valorizzazione delle competenze possedute dalle diverse business unit, che ha permesso di costruire in breve tempo un servizio qualitativamente migliore rispetto a quello dei concorrenti meno blasonati.

 

L’inevitabilità dei fallimenti, l’obbligo di innovare comunque

Per questo come per altri casi simili è importante ricordare come chiunque decida di muovere il primo passo per stimolare l’innovazione all’interno di un’azienda sia inevitabilmente chiamato a rispondere dei propri fallimenti. L’incognita che grava sul futuro di qualsiasi amministratore delegato o responsabile di progetto è quella di capire fino a che punto il fallimento potrà essere accettato dagli stakeholder e metabolizzato dai propri collaboratori. Non è un compito banale quello di chi si trova chiamato, per ruolo, sensibilità e cultura, a vincere l’inerzia generale e anticipare il futuro, e la cultura tradizionale è sempre stata restia a perdonare i fallimenti di chi ci ha provato senza esito immediato: rischiare, tentare, evolvere, tuttavia, è la condizione necessaria per restare collegati con il mondo di domani.

Paolo Salza

Innovation Manager

 

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