L’integrazione degli strumenti digitali all’interno delle organizzazioni del Terzo Settore è un processo in continua evoluzione, a diverse velocità, che negli ultimi tempi ha evidenziato un’accelerazione significativa sia nel modo in cui questi strumenti vengono utilizzati sia per quanto riguarda le tecnologie maggiormente adottate.
Questo è dovuto soprattutto a un cambiamento di mentalità: nella nostra esperienza di accompagnamento agli ETS, sono sempre più gli attori che mostrano interesse per l’adozione dei nuovi strumenti digitali al fine di rendere più efficienti i processi operativi quotidiani, pur senza una visione strategica ben definita.
L’adozione e utilizzo dell’intelligenza artificiale (IA) non fa eccezione: come tutti, anche il Terzo Settore intuisce il potenziale di cambiare – in meglio – il modo di lavorare, scontrandosi tuttavia con la difficoltà di rendere effettiva questo potenziale e andare oltre i buoni propositi.
Da dove partire? Nella nostra esperienza in Cariplo Factory abbiamo dimostrato l’efficacia di una formazione “guidata” dove gli specialisti delle nuove tecnologie si mettono a disposizione per rispondere a domande, dubbi ed esigenze degli operatori del Terzo Settore, concordando in anticipo un linguaggio e un terreno comune di scambio e contaminazione reciproca. Un momento di confronto indispensabile, quindi, per poter arrivare allo sviluppo di soluzioni su misura, a costi contenuti, e gettare le basi per passare insieme dalla teoria alla pratica.
La prima domanda a cui rispondere è: da dove iniziamo?
Così come avvenuto per altre tecnologie digitali, anche l’integrazione dell’IA nel non-profit deve passare attraverso una fase di formazione iniziale, propedeutica alla scelta degli strumenti da adottare, e dalla definizione dei KPI per misurare l’impatto sull’organizzazione. L’IA può aumentare in maniera rilevante l’efficacia del lavoro delle organizzazioni in diversi modi e su diversi ambiti: a titolo esemplificativo, ne elenchiamo di seguito alcuni che hanno, a nostro avviso, un grande potenziale.
- Analisi documentale: l’intelligenza artificiale può facilitare e accelerare l’analisi e la sintesi di documenti attraverso la creazione di “agenti IA” dedicati e addestrati su risorse specifiche. La creazione di questi operatori specializzati è un processo che diventa sempre più semplificato, e anche le organizzazioni di dimensioni più contenute possono oggi dotarsi di “agenti” adatti alle proprie esigenze. In questo caso, bisogna organizzare la raccolta delle informazioni in modo che queste possano essere utilizzate dai nuovi “colleghi digitali” in maniera efficiente.
- Supporto nella candidatura ai bandi: l’IA generativa può supportare le organizzazioni nella preparazione dei documenti dei bandi e di richieste di finanziamento, migliorandone la leggibilità, l’accuratezza e il livello di dettaglio, adattandosi ai diversi contesti e requisiti previsti. Dalla raccolta, strutturazione e integrazioni delle informazioni che vengono prodotte nelle fasi di sviluppo delle varie progettualità è possibile ricevere un supporto nella formulazione di risposte pertinenti ed esaustive ai requisiti richiesti dai bandi.
- Analisi dei dati: raccolti dalle organizzazioni per prevedere lo sviluppo di fenomeni sociali di rilievo – come, ad esempio, l’incremento della povertà educativa in un territorio definito – accelerando i tempi di reazione ed elaborazione di nuove progettualità per rispondere ai bisogni di una società in rapida trasformazione.
- Relazione con i beneficiari: il recente sviluppo del linguaggio naturale delle intelligenze artificiali consente alle organizzazioni di aumentare in maniera significativa la propria capacità di risposta a un numero più ampio e diversificato di persone che potranno dialogare con l’IA in modo più fluido e più umano. L’intelligenza artificiale può essere addestrata a rispondere in maniera adeguata a tipologie di utenza diverse, con bisogni e necessità specifiche, che non sempre i professionisti umani sono in grado di interpretare con la stessa rapidità. In questo caso le IA di tipo generativo possono aiutare a semplificare i linguaggi, facilitare la comprensione e cogliere i benefici delle soluzioni proposte, automatizzando alcuni sforzi di supporto allo scopo di aumentarne l’efficacia e scalando il volume delle risposte evase.

L’ostacolo dei costi e la disponibilità di strumenti e licenze a prezzo calmierato
Convinti che l’IA – se ben usata – possa dare dei grandi benefici nell’efficacia ed efficienza del nostro lavoro, nel rendere di valore ogni documento e nel supportare i destinatari delle attività sia nelle grandi progettualità che nelle più semplici attività quotidiane, andiamo ad affrontare il grande ostacolo all’adozione massiva di queste soluzioni: le risorse economiche, che impediscono l’integrazione della tecnologia su una scala più ampia e strutturata.
Al di là di una valutazione costi-benefici che potrebbe darci evidenza di un vantaggio nell’utilizzo di questi strumenti, va segnalato come sia possibile già oggi accedere a licenze agevolate – o del tutto gratuite almeno in una fase iniziale – messe a disposizione da alcuni attori del mercato tecnologico nei confronti del Terzo Settore. Queste opportunità dovrebbero essere colte – quantomeno in una fase iniziale – per sperimentare e per individuare, all’interno delle organizzazioni, i soggetti in grado di valutarne il beneficio.
Questa adozione progressiva ha anche l’obiettivo di comprendere i limiti della tecnologia, per capire come mitigarli e definirne l’idoneità in uno specifico contesto. Questa fase andrebbe considerata anche come un vero e proprio processo orientato a circoscrivere quali sono le deleghe che possiamo e vogliamo concedere a questi strumenti: in un’IA ci sono dei limiti, dei bias, dei possibili errori che vanno valutati al fine di poterli gestire per tempo e aumentare i benefici complessivi. Vista la veloce evoluzione delle tecnologie, l’assessment andrà rivalutato nel tempo nell’ottica del miglioramento delle tecnologie e conseguente possibile aumento delle deleghe. Resta comunque centrale il ruolo dell’uomo nelle progettualità, soprattutto nei progetti sociali dove la sensibilità rimane un valore fondamentale.
L’IA come game changer in un periodo di risorse limitate e scenari imprevedibili
L’intelligenza artificiale rappresenta, quindi, un importante strumento per gli enti del Terzo Settore, in particolar modo in un contesto caratterizzato da carenza di risorse e dalla crescita esponenziale di nuovi bisogni ed emergenze.
L’utilizzo di questi strumenti consente di rendere più efficace il lavoro degli enti, di moltiplicare le capacità operative degli addetti e di massimizzare la capacità di mobilitare ulteriori risorse, amplificandone la portata e l’impatto. Opportunità che possono essere sfruttate, appieno, solo mettendosi nelle condizioni di comprendere e misurare l’enorme potenziale trasformativo: per usare una terminologia cara al mondo hi-tech, l’IA è un vero e proprio “game changer”, a condizione di conoscere le regole del gioco.
In conclusione, l’IA consente agli enti di avere una maggiore efficienza, migliore qualità degli output, di ottimizzare gli sforzi nell’elaborazione di documenti e reportistica e, di conseguenza, ampliare l’impatto dei propri progetti nella prospettiva di un’ulteriore evoluzione degli stessi. Provare per credere.
Ugo Castellani, Chief Technology Advisor
Lina Guglielmino, Senior Impact Innovation Manager