
Titolare di Occhiuto Legal Boutique Legale e responsabile delle Funzioni Legali e Policy di Italian Tech Alliance, Lucia Occhiuto unisce nella sua figura professionale l’esperienza di chi ha lavorato a lungo con startup e investitori insieme alla conoscenza profonda delle leggi destinate a cambiare radicalmente l’ecosistema dell’innovazione da qui ai prossimi anni, soprattutto per quanto riguarda il contesto europeo. Ed è proprio in questo ruolo che abbiamo raccolto le sue riflessioni in merito al potenziale della nuova normativa che la Commissione europea ha varato a fine maggio, al fine di accrescere la competitività della UE in termini di creazione, finanziamento e supporto alla crescita di imprese innovative.
Avvocatessa Occhiuto, qual è la novità principale della nuova EU Startup and Scaleup Strategy?
La strategia è un documento programmatico che serve a definire quelli che saranno le priorità dell’UE nei prossimi anni dal punto di vista del sostegno alla crescita delle startup e scaleup innovative, a partire da cinque-sei pilastri fondamentali. Il primo pilastro è quello che punta a uniformare le diverse normative che ancora oggi scoraggiano gli investimenti da un Paese all’altro dell’Unione, ad esempio attraverso l’introduzione della forma societaria del 28esimo regime che dovrebbe portare alla nascita di una nuova generazione d’imprese, a tutti gli effetti europee. Le startup, inoltre, potranno contare su ulteriori forme di esenzione rispetto alla complessità e alla frammentazione delle leggi attuali, attraverso l’estensione delle “sandbox” regolamentari già previste dall’European Innovation Act.
Quali sono, invece, gli altri pilastri fondamentali della strategia?
Il secondo pilastro della EU Startup and Scaleup Strategy ha l’obiettivo di incentivare la raccolta dei capitali attraverso agevolazioni fiscali rivolte agli investitori istituzionali in fondi di venture capital, sull’esempio di quanto già fatto dall’Italia. Il terzo pilastro è progettato per migliorare le possibilità di accesso al mercato, mentre il quarto è rivolto ad aumentare la capacità attrattiva dell’Unione Europea nei confronti dei talenti locali e internazionali. Quinto e sesto pilastro, infine, riguardano la facilità di accesso a infrastrutture, reti e servizi come l’intelligenza artificiale, e le modalità di misurazione della strategia stessa.
Quali sono, nello specifico, gli strumenti previsti per il supporto all’imprenditorialità giovanile e l’attrazione dei talenti?
Gli strumenti più rilevanti previsti dalla normativa sono il rilancio della EU Blue Card per favorire l’ingresso e la permanenza nel lungo periodo di talenti extra-europei in ambito tecnologico e imprenditoriale, oltre a sostenere la mobilità interna di talenti e aspiranti imprenditori europei. La normativa, inoltre, resuscita le speranze di introdurre in maniera strutturata forme di educazione imprenditoriale nei programmi scolastici delle scuole superiori e delle università, fin qui rinviate sine die dalla politica italiana (e non solo). Da tenere d’occhio anche le misure riguardanti la premiazione della carriera accademica attraverso il supporto alla commercializzazione della ricerca e alla facilitazione dei rapporti tra le università, l’industria e il mercato del lavoro. Da non sottovalutare, infine, le misure previste per il trattamento dei lavoratori dell’ecosistema dell’innovazione, con incentivi mirati sulla diffusione di piani di stock option.
Quali i punti di forza, quali quelli di debolezza della strategia?
Tutti questi cambiamenti avranno delle conseguenze rilevanti da un punto di vista giuridico, perché la loro implementazione ha un impatto diretto su leggi e normative nazionali. La messa a terra effettiva di tutti questi progetti richiederà tempo, anche se alcuni potrebbero avvenire più rapidamente (come l’introduzione del 28esimo regime) mentre altri necessiteranno di un ulteriore sostegno per diventare realmente efficaci (come il passaporto europeo per gli imprenditori). L’aspettativa è, comunque, quella di vedere le prime norme entrare in vigore già dal 2026, secondo la roadmap ufficiale.
Quali sono le aspettative da qui ai prossimi mesi?
L’incertezza principale, oggi, non riguarda tanto la sovrapposizione normativa o la disponibilità di risorse, quanto l’effettiva volontà politica di implementare tutte queste misure nei tempi previsti e in un contesto geopolitico in rapida evoluzione, dove le urgenze si moltiplicano ogni giorno (dai conflitti alla crisi climatica). Tuttavia, è proprio in questo scenario complesso che iniziative come la EU Startup and Scaleup Strategy rappresentano un segnale concreto e incoraggiante: l’innovazione non è più un tema di nicchia, ma un pilastro riconosciuto della crescita economica e sociale dell’Europa.
Come operatori del settore, accogliamo con soddisfazione una strategia che finalmente affronta in modo sistemico le sfide dell’ecosistema imprenditoriale europeo, con strumenti concreti per attrarre talenti, semplificare la burocrazia, incentivare gli investimenti e valorizzare la ricerca. I prossimi mesi saranno cruciali per trasformare questa visione in realtà, ma le premesse sono solide e l’ambizione è quella giusta. Se ben attuata, questa strategia potrà avere un impatto diretto anche a livello nazionale, contribuendo a rendere l’Italia – e l’Europa – un terreno fertile per la nascita e la crescita di nuove imprese innovative.